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Pecco vince a Sepang ed entra nella storia con 10 vittorie in stagione; Martin vince la Sprint e inizia a serigrafare le lettere del proprio nome sulla coppa.

Il risultato di questo penultimo weekend di stagione si conclude con Jorge Martin che mette una mano sulla coppa; la caduta di Bagnaia al 3° giro della Sprint permette a Martin di scrollarsi di dosso una bella quantità di tensione. Hanno guidato al limite sin dalla qualifica, dove hanno dimostrato di correre completamente in un campionato a parte: Martin dista dal poleman Bagnaia di 2 decimi, certo non pochi, ma il 3° classificato, Alex Marquez, è lontano 938 millesimi, quasi un secondo. Nella Sprint la lotta si è aperta subito. Dopo una buona partenza di entrambi, Martin si è preso la testa della corsa alla staccata di curva 1; Pecco, tentando di restargli attaccato, spinge tanto e, purtroppo, la moto lo tradisce, chiudendo l’anteriore nella curva più difficile di tutto il circuito, la 9, curva che ha tradito anche altri piloti poi in gara, tra cui lo stesso Martin. Cade così Pecco e Martin vince la Sprint, guadagnando ben 12 punti. Difficile esprimere a parole l’amarezza di quel momento, ma l’immagine di Pecco che si dirige a piedi verso i box, testa bassa, visiera alzata a far vedere gli occhi lucidi, parla da sé. Tanto dispiacere per un feeling nel sabato che non ha quasi mai trovato. Nessuno mai ha perso un mondiale vincendo 9 gare in stagione, prima dell’arrivo delle Sprint, inserendo una nuova variabile nel corso del campionato. Come già detto tante volte Martin è stato costante e molto intelligente, lottava quando doveva e si accontentava quando il rischio era troppo elevato. A Pecco è mancata la prestazione il sabato, le 10 vittorie in stagione sono un risultato da fenomeno, da leggenda, perché solo altri 5 piloti hanno raggiunto questo risultato, Stoner, Rossi, Marc Marquez, Doohan e Agostini. I numeri non danno ancora per vinto Pecco ma le statistiche parlano chiaro: Martin deve ottenere due punti in più rispetto a Bagnaia, in pratica se Martin vincesse la Sprint sarebbe già campione del mondo.

A differenza della Sprint, che, dopo la caduta di Pecco, si è completamente congelata, senza alcuno show per la top 5, la Gara, almeno per i primi 3 giri, ci ha regalato emozioni fortissime, forse le migliori di tutta la stagione. Una buonissima partenza per Pecco gli permette di posizionarsi davanti a Martin e tenere la testa all’uscita di curva 1. Ma il leader del mondiale resta incollato e alla curva 14 riesce a trovare una traiettoria più interna tale da sorpassare Bagnaia, ma Martin all’ultima curva, alla 15, va leggermente largo e Pecco si infila, percorrono insieme il lungo rettilineo della partenza e alla fine ha la meglio Pecco in curva 1. Martin compie poi una magia nel cambio di direzione di curva 4 e lo ripassa. Ma Pecco non molla e ancora alla 15 lo passa all’interno, si riprende la testa della corsa e la manterrà per tutta la gara. 3 giri fantastici, di una lotta ininterrotta, di una MotoGP che vorremmo vedere per 20 e più giri, per una gara intera, ma che non vedremo almeno per un’altra stagione sempre a causa dell’anteriore che si scalda troppo. Martin, a 5 giri dalla fine, tenta di sfruttare il vantaggio di mescola – avendo montato la Media all’anteriore, rispetto a Pecco e tutti gli altri in griglia che hanno la Soft – e in un solo giro recupera mezzo secondo, ma al 16° giro rischia di sdraiarsi a terra in curva 9, proprio come Pecco nel giorno prima, quindi si raddrizza, perde 8 decimi solo in quel settore su Pecco e si accontenta della 2° posizione. Questo weekend bisogna, però, dare un piccolo riquadro da protagonisti anche a Yamaha che nelle ultime gare sta effettivamente mostrando di tornare a un livello quantomeno competitivo, tale da poter lottare per la 6° posizione. Infatti, la 5° posizione in Sprint, e la 6° in Gara di Quartararo assieme all’8° di Rins hanno dimostrato una ampia crescita del team giapponese, ponendo solide basi e soprattutto buone aspettative in vista della prossima stagione.

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