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Gara a eliminazione in cui solo 12 piloti vedono la bandiera a scacchi essere sventolata: dominazione devastante quella di Jorge Martin che, tranne per un piccolo errore che gli è costato la Sprint, ha corso senza rivali per tutto il weekend; Pecco ritrova la vittoria nella Sprint e in Gara trova una 3° posizione che sin dall'inizio sembrava un miraggio

Martin non ha deluso sin dal venerdì, subito velocissimo sia sul passo che in qualifica, anche se nelle prequalifiche Enea Bastianini era riuscito a mettersi davanti, mostrando un piccolo spiraglio di luce per la Ducati Factory; Pecco, invece, è rimasto a lungo nel buio tunnel, riuscendo a trovare un giro decente solamente all’ultimo tentativo, a 82 millesimi dal compagno. Ma in qualifica Martin mette tutti i punti sulle i e registra un giro mostruoso in 1.29,088; in seconda piazza c’è un fantastico Bezzecchi che però è lontano 535 millesimi dallo spagnolo; molto bene anche Pedro Acosta che riesce a portare la KTM in una prima fila che sembrava non essere a portata, guardando anche Miller e Binder rispettivamente in 16° e 19° posizione. Per le Ducati soltanto una seconda fila in 4° e 5° posizione con Pecco davanti a Enea, entrambi lontani circa 7 decimi da Martin. Nella Sprint Martin commette l’unico errore di tutto il weekend: una caduta al primo giro in curva 16 gli costa una probabile facile vittoria, ma soprattutto cede la 1° posizione a Bagnaia, che in partenza era riuscito a passare Bez e Acosta. Grande protagonista dei primi giri della Sprint è stato sicuramente anche Marc Marquez, che dopo la doppia caduta in qualifica, in partenza era passato dalla 12° in 5° piazza, con la caduta di Martin si è ritrovato 4°; supera poi anche Bezzecchi e Acosta, grazie a un lungo di entrambi, e si ritrova in lotta con Pecco. Al penultimo giro poi viene passato da Enea Bastianini, che nei giri finali aveva più ritmo di tutti. Infatti, arriva anche a Bagnaia, tagliando il traguardo in photo finish, solo 1 decimo dietro a Pecco: un giro in più ed Enea avrebbe vinto.

Dopo la delusione della Sprint e i 12 punti persi sul diretto rivale, Martin sa che non deve commettere errori, deve essere perfetto. E così, dal primo fino all’ultimo giro, tiene la testa della corsa, mantenendo sempre un distacco comodo dal secondo: se Acosta tentava di avvicinarsi, recuperando qualche decimo, Martin girava aumentava il passo e riapriva il gap. Una gara di testa, di gestione, condotta magistralmente da Martinator, che non vinceva nove gare, l’ultima sua è stata in Francia a Le Mans. Se per Martin la gara è stata piuttosto liscia, non possiamo dire lo stesso per gli altri 3 competitors del mondiale: Dopo una pessima partenza, che è riuscito a gestire, Pecco mantiene la 4° posizione, ma dopo solo 16 curve lo passano Morbidelli e Bezzecchi. Enea parte molto meglio ed è subito 2°, ma al 3° giro viene passato prima da Acosta, e poi in quelli successivi anche da Morbidelli e Bezzecchi. Marquez ripete la partenza di ieri e si trova in 7° posizione, alle spalle di Bagnaia: dal giro 6 al giro 8, Pecco, Marc e Di Giannantonio si scambiano di continuo le posizioni, fin quando Diggia non supera Marc, ma poi al giro 9 in curva 10 scivola e cade. Dopo 4 giri termina anche la gara di Marquez, con il motore che prende fuoco. Nel frattempo, Bastianini si era inserito nella lotta tra Bez e Morbidelli; grazie a un lungo del primo si prende la 4° posizione, e poi al giro 17 passa anche il secondo, ed è 3°. Ma solo 4 giri più tardi, dopo aver siglato un fantastico giro veloce in 30,5, in curva 1 perde l’anteriore e cade. Al giro 22 e al 23 Pecco passa prima Bez e poi Morbidelli, sale in 3° posizione e salva quello che poteva essere per lui un weekend rovinoso. Ancora una volta abbiamo visto una Ducati che impiega tanto, troppo tempo a mettere in temperatura la gomma media, tale da far scappare via Martin già nei giri iniziali. Ora ci sono solo 21 punti tra lui e Pecco, -3 se consideriamo il distacco dallo scorso GP, +9 in riferimento alla Sprint della giornata di ieri. Le cadute di Marquez ed Enea tolgono due rivali al mondiale, lasciando la corsa a solo due piloti: un duello questo che nessuno dei due sembri voler vincer, con tanti errori, cadute e occasioni sprecate. Con solo 5 gare dalla fine, quello del Giappone potrebbe siglare la totale supremazia di Martin: con una Pramac molto più performante, capace di portare subito in temperatura questo tipo di pneumatico, elimina ogni tipo di concorrenza conquistando dapprima la pole e poi creando un gap nei giri iniziali, consci che la gomma anteriore porti poca performance nei giri finali, specialmente quando si è troppo a lungo in scia di un altro pilota.

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