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Divino sussurratore di gomme Charles, colossale scudiero Carlos, la Ferrari dopo 5 anni torna sul gradino più alto del podio con una strepitosa prestazione e strategia del Re d’Italia, Charles Leclerc.

La Ferrari è arrivata a Monza con un grosso pacchetto di aggiornamenti: ala anteriore e ala posteriore nuove, specifiche per la tipologia di circuito; novità, per migliorare la performance, per quanto riguarda il fondo, con modifiche al body, fence ed edge, il muso, gli specchietti, il cofano motore e il diffusore; l’obiettivo era il podio, essere i primi dopo le McLaren, accorciando il distacco. Le prove libere sono state di complicata lettura per diversi aspetti per tutti i team: le temperature elevate e l’asfalto nuovo della pista hanno portato a un livello maggiore di graining nei long-run e “piccole anomalie” per il giro secco; anomalie che hanno portato i piloti ad andare più veloci con gomme usate, per esempio di 10 giri, – come accaduto alla Ferrari nel corso delle Fp3 – rispetto a un set completamente nuovo. In ogni caso la McLaren si è dimostrata ancora una volta molto veloce su entrambi i campi: per il giro secco il distacco dagli altri competitors era molto piccolo, di pochi centesimi con Verstappen e le Ferrari, di qualche decimo con Mercedes; con la simulazione di passo gara la McLaren era molto più costante e il graining sembrava arrivare qualche giro più tardi rispetto agli altri. In qualifica le McLaren hanno confermato di avere qualcosa in più, soprattutto grazie a una vettura ben bilanciata nella prima variante e poi in uscita di Lesmo 2, luoghi in cui hanno faticato molto entrambe le Ferrari e Verstappen con sottosterzo nel primo e sovrasterzo in uscita del secondo.

In gara, per la prima volta, Norris tiene la testa della corsa dopo curva 1, ma soltanto 3 curve più tardi, alla Roggia, Piastri è molto aggressivo e lo supera con un gran sorpasso all’esterno, e, poi, è subito attaccato anche da Leclerc e perde anche la 2° posizione. Da qui in poi la gara resta invariata per circa 15 giri, quando Norris si ferma ai box per montare le Hard e per sorpassare il Ferrarista attraverso l’undercut; infatti, quando Leclerc si è poi fermato al giro successivo, all’uscita dei box si è ritrovato alle sue spalle. 4 giri più tardi è stato il turno poi di Carlos Sainz, che si è ritrovato in 4° posizione alle spalle del suo compagno di circa 8,6 s. A questo punto della corsa, gli ingegneri e i piloti iniziano a chiedersi se si possa effettivamente terminare la gara con una sola sosta: in casa McLaren, entrambi i piloti danno un responso negativo, affermando che l’anteriore sinistra fosse totalmente andata. Così prima Norris, al giro 33, e poi Piastri, al giro 39, si fermano nuovamente per montare un altro set di Hard. Ma le Ferrari restano in pista, realizzando una strategia, gioco di squadra e gestione gomme degni del palcoscenico di Formula 1. Da qui in poi abbiamo visto una masterclass inimmaginabile sulla gestione gomme. Quando Piastri si è fermato ai box Leclerc aveva già percorso 29 giri con quella gomma e Sainz 25; nei primi giri il pilota McLaren è riuscito a recuperare circa 1,6 s a giro e nell’arco di 5 giri arriva su Carlos Sainz. Lo spagnolo fa una magia, un vero e proprio scudiero che protegge il proprio compagno, riuscendo a tener dietro la McLaren con una gomma molto più fresca per 2 interi settori, tali da far perdere circa 2 s su Charles Leclerc. All’Ascari Piastri sorpassa Sainz e va a caccia del numero 16. Ma è qui che Leclerc inizia a sussurrare alle proprie gomme: dopo che Piastri in pochi giri porta il distacco da 11 a 7,5 s, Leclerc inizia a girare solamente 3/4 decimi più lento del suo inseguitore; a contribuire c’è sicuramente un calo di prestazione di gomma dell’australiano, ma quel passo tenuto da Charles con una gomma di 30 giri e passa, è capace di sostenerlo soltanto lui in griglia. 

Lo abbiamo già visto fare cose del genere, anche quest’anno a Suzuka in Giappone, ma ogni volta ci porta a vivere un’emozione unica. Quest’anno ci ha portati a vivere nuovamente quel giorno del 2019, l’8 settembre, la sua seconda vittoria, la prima a Monza. Sembra quasi un flashback, le lacrime, le urla di gioia, sia dei tifosi che le sue, i festeggiamenti nel box, la marea rossa, la Ferrari sul gradino più alto, l’inno monegasco prima e quello di Mameli poi, urlato dai meccanici e tifosi, e cantato da Charles. Da casa sua a casa Nostra sembra passato una vita, tanti sono stati i momenti bui in questo periodo, ma Leclerc c’è sempre; vive il peggio come “primo tifoso”, con rabbia, tristezza e rammarico, ma è sempre lui che ci riporta al settimo cielo con un lavoro senza stop, dal simulatore alla factory di Maranello, regalando emozioni che non possono essere spiegate a chi non le ha vissute; questa è soltanto la sua 7° vittoria in Formula 1, ma tutte hanno un significato speciale per i suoi tifosi e per i tifosi della Rossa. Dopo una gara del genere possiamo dire soltanto: Grazie Charles, grazie per aver tinto il cielo d’Italia di Rosso.

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