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GP del Canada: Max Verstappen e una Red Bull perfetti, Checo Perez lontano dalle prestazioni che ci si aspetterebbe da un pilota fresco di rinnovo, una McLaren che (forse) ha sprecato un’occasione, una Mercedes poco incisiva, una Ferrari che è passata dal vivere il sogno a un incubo.

Cominciamo dalla Ferrari: dopo la vittoria a Montecarlo di Charles Leclerc la Scuderia si era ritrovata a 24 punti dalla Red Bull nel Campionato Costruttori e a 31 da Max, con Leclerc, nel Campionato Piloti. I sogni dei tifosi sembravano riaccesi grazie anche alla grandissima costanza di entrambi i piloti della Rossa che con soltanto due vittorie (una di Charles a Monaco e una di Carlos a Melbourne) sembravano poter competere per il mondiale costruttori fin da subito, grazie anche alle fin troppo insufficienti prestazioni di Checo Perez nelle ultime gare. La Ferrari è arrivata in Canada con grandi aspettative da parte dei piloti in primis, ma anche di tifosi e giornalisti che la davano per favorita. Ma dopo un buon venerdì di prove, che aveva dato ottimi risultati per quanto riguarda il passo gara sia in condizioni di asciutto che di bagnato, il sabato, la Ferrari sembra come spegnersi; in qualifica le condizioni non sono le migliori, basse temperature dell’asfalto e una pioggia che sembrava poter arrivare da un momento all’altro ma che non è arrivata; tutti i team sono molto vicini, il distacco è di pochi decimi tra ognuno; molti hanno usato due set di gomme soft, tra cui anche la Ferrari che è riuscita a passare il turno e andare in Q2.

Qui le Ferrari montano un nuovo set di soft, il terzo tra i quattro disponibili in qualifica per la Rossa, ma il loro giro non è abbastanza per garantire loro il pass per la Q3, così tornano al box per montare un altro set, ma poiché volevano preservarne almeno uno per la Q3, montano un vecchio set, utilizzato nel secondo tentativo della Q1, con uno usure age di soli tre giri; ma entrambi i piloti restano esclusi, Charles in p11 e Carlos in p12. Ma le speranze restano accese per la gara, anche dalle parole dei due piloti e del Team Principal Vasseur, dopo la qualifica. La gara inizia sul bagnato, non piove ma c’è troppa acqua sulla pista per montare fin da subito le slick: tutti montano le inters tranne le due Haas, che tentano un azzardo montando le full wet; azzardo che paga per entrambi i piloti che si ritrovano in p4 con Magnussen e in p7 con Hulkenberg dopo soli 4 giri, ma che poi crollano con l’asciugarsi della pista.
Leclerc parte bene e conquista in partenza due posizioni, che però perde nello stesso primo giro; Sainz, invece, è subito sceso in p15. Dopo diversi giri Bryan Bozzi, ingegnere di pista di Leclerc, comunica al pilota monegasco che la sua auto sembra avere un problema al motore, che è stato poi rivelato costare 80 hp. La gara di Leclerc si complica ulteriormente quando la pista va asciugandosi, ma il rischio di pioggia è imminente: si gira Sargeant e provoca una safety car; entrambi i piloti Ferrari rientrano per montare nuove inters. La pioggia non arriva e i meccanici della Rossa sembrano aver trovato una soluzione per il problema al motore, quindi lo richiamano ai box: riavviano la vettura e montano gomma hard con pista ancora non completamente asciutta. Leclerc torna in pista davanti a Verstappen fisicamente, ma è ultimo; la gomma slick non è adatta ancora alle condizioni di pista e il problema al motore persiste. Leclerc continua a perdere secondi fino ad essere doppiato dai primi quattro; poi arriva la pioggia, gara ormai andata per lui, arriva il ritiro. La gara di Carlos non è stata così diversa: nessun problema al motore per lui, ma la macchina non ha passo, e dopo esser stato per quasi 55 giri attorno alla decima posizione, al 54° giro perde l’auto e si gira in curva 6, colpendo anche Alexander Albon, incolpevole, mettendo fine anche alla sua di gara. Entrambi i piloti della Rossa ritirati e punti persi sia nei confronti della Red Bull ma soprattutto nei confronti della McLaren.
Veniamo adesso al vincitore, Max Verstappen, e agli altri due contendenti del podio. Qualifica incredibile per l’olandese che lo ha visto registrare lo stesso tempo al millesimo del poleman George Russell, ma che lo piazza in p2 poiché ha effettuato il suo giro dopo il pilota inglese; Norris parte terzo. In gara Max ha subito dimostrato di avere più passo e dopo qualche giro è già in scia di Russell, che però si difende bene e tiene a bada il pilota olandese. Max dopo una ventina di giri commette un errore che lo allontana da Russell e permette un ritorno di Norris, che lo supera. Successivamente Norris va a caccia anche di Russell, che attaccato dalla McLaren all’ultima chicane commette un errore e non compie la curva; quindi, va lungo ed è attaccato e superato anche da Max. Alla safety provocata da Sargeant, Norris non si ferma ai box, ma tutti alle sue spalle lo fanno; perde la prima posizione e Max torna leader della corsa. Sicuramente un errore non far rientrare Lando al box, facendogli così perdere la leadership al momento del box e scalare in p3, alle spalle di Russell e davanti a Piastri, ma sicuramente ennesimo errore della FIA ad aspettare troppo prima di far uscire una safety, con la Williams di Sargeant completamente distrutta e immobile nel mezzo della pista. Forse anche un errore a non dare bandiera rossa, visto che per spostare la Williams è dovuta entrare la gru in pista, che sappiamo essere una cosa non gradita dai piloti. Fatto è che questo ha sicuramente giocato a sfavore della McLaren e di Norris, che per tutta la gara sono stati al pari di Max e della Red Bull sul passo gara. Per quanto riguarda Russell, a fine gara, dopo la seconda safety provocata stavolta dal contatto tra Carlos Sainz e Alexander Albon, si ritrova alle spalle di Oscar Piastri, in p4, dopo aver già effettuato, come anche i piloti davanti a sé e come il suo compagno che è alle sue spalle, il pit stop per montare le slick. La Mercedes ha più passo della McLaren, che dopo aver montato le gomme slick perde prestazione. Così i piloti della Mercedes raggiungono il pilota australiano: Russell, dopo diversi tentativi di sorpasso, commette un errore di valutazione e compie l’ultima chicane girando su Piastri, va lungo e non compie la curva; Piastri resta davanti e Hamilton sorpassa Russell. Hamilton poi va a caccia e sorpassa anche Piastri e sale in zona podio. Russell a sua volta riesce finalmente a superare Piastri e va a caccia di Lewis. Lo prende e lo supera prendendosi di forza il podio, ed è qui che vediamo un Russell diverso. Un Russell poco incisivo nelle lotte con gli altri piloti, anche dando uno sguardo alla passata stagione (Singapore), ma molto aggressivo quando deve attaccare il suo compagno di scuderia; anche qui come in Qatar 23, anche se con esito diverso, in Mercedes non sembra scorre buon’aria tra i due piloti. Fatto sta che, se Russell avesse lottato, così come ha fatto con Hamilton, con Piastri, forse avrebbe potuto raggiungere Norris e addirittura lottare per la vittoria, considerato il passo che aveva la Mercedes nei confronti degli altri competitors. Sicuramente buonissimo weekend per Mercedes e McLaren ma da entrambe le parti grossi rammarichi per non aver tentato e fatto di più. Ennesimo weekend perfetto sotto l’aspetto strategico della Red Bull, che conquistano una vittoria proprio quando i competitors sembravano averne di più.
Come ultimo andiamo da Checo Perez. Altro weekend da dimenticare, dalla qualifica, in p16 escluso già in Q1, alla gara, sempre intorno alla 15° posizione, senza mai accendersi nel passo. un Perez che in settimana ha rinnovato con la Red Bull, contratto biennale fino al 2026. Il problema è che Perez è molto lontano dalle prestazioni del 2021; prestazioni queste, delle ultime due stagioni, molto lontane anche dalle prestazioni di Max; ovviamente Max è un pilota completamente diverso non solo per mentalità ma anche per stile di guida rispetto al messicano, ma da quest’ultimo, guidando una Red Bull, ci si aspetterebbe comunque, almeno, di lottare per il podio. Sicuramente la scelta Red Bull di rinnovare ha lasciato molto a desiderare i tifosi della F1, soprattutto in vista delle grandi prestazioni di Tsunoda in RB, che sembrava effettivamente poter raggiungere questo traguardo; o, ovviamente, in vista anche di un pilota come Carlos Sainz, ancora senza contratto, anche se molti lo danno già in Williams.

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